Il congedo di maternità è un diritto che hanno le madri lavoratrici e si può usufruire per 5 mesi, solitamente due mesi prima di partorire e tre dopo.
Le madri che richiedono il congedo avranno, per 5 mesi a cavallo del parto, un’indennità pari all’9ì80% dello stipendio. L’erogazione avviene da parte dell’INPS o anticipata dal datore di lavoro.
Discorso diverso è per le donne lavoratrici che sono iscritte alla gestione separata, perché otterranno il congedo solamente se hanno versato almeno 3 mesi di contributi.
Fortunatamente, tutte le madri lavoratrici hanno diritto al congedo, anche se hanno un impiego come apprendista, o se lavorano nel comparto agricolo, o se sono disoccupate/sospese, e persino le lavoratrici a domicilio.
Come si fa la domanda per congedo di maternità e quando va presentata?
Secondo le normative vigenti, il congedo inizia 2 mesi prima della data presunta del parto e termina 3 mesi dopo aver dato alla luce il bambino. Naturalmente se la gravidanza è a rischio il congedo può iniziare prima, e lo stesso vale se la tipologia di lavoro potrebbe mettere a rischio la vita del bambino.
La Legge di bilancio del 2019 ha previsto anche altre opzioni per il congedo alle madri lavoratrici, ovvero quella di sfruttare i 5 mesi solamente dopo il parto. Questa opzione però si può attuare solamente se il medico o ginecologo attestano che la gravidanza non corre rischi.
Esistono poi altre casistiche, come ad esempio:
- se il parto è gemellare, i tempi di congedo non cambiano e restano sempre di 5 mesi;
- se il neonato deve rimanere ricoverato in ospedale, la madre lavoratrice può rientrare a lavoro e usare il congedo più avanti; questa opzione però può essere usata solamente 1 volta per ogni figlio nato;
- se il figlio è in adozione o affidamento, il congedo è previsto ma solo per i lavoratori dipendenti;
- il congedo di maternità è concesso anche in caso di interruzione di gravidanza se avviene dopo 180 giorni dall’inizio della gestazione; la donna lavoratrice ha facoltà di chiederlo oppure di rientrare a lavoro.
Ovviamente c’è anche il congedo di paternità, che è fruibile per 10 giorni continuativi o meno. La retribuzione del padre in congedo, se dipendente, è al 100% rispetto all’ultimo stipendio. Anche in caso di adozione o affidamento, il padre può astenersi dal lavoro, e come per la madre il congedo scatta dal momento in cui il figlio entra nella casa dei genitori.