Sharenting, cos’è e in che modo mette in pericolo i nosti figli

Mostrare i propri figli può essere un orgoglio per molti genitori, è più che naturale, ma è bene prestare attenzione ai pericoli creati dallo sharenting.

Ogni scarrafone è bello ‘a mamma soja”, così diceva una vecchia canzone di Pino Daniele, che viene spesso rievocata quando si vuole sottolineare come sia più che normale per una mamma pensare che il proprio figlio sia più bello degli altri. Si tratta di un’idea più che naturale, che non può che valere anche per i papà, che spesso faticano a vedere i difetti dei propri ragazzi, pur sapendo quanto possa essere importante incoraggiarli per non minare la loro autostima.

Sharenting cos'è e come mette in pericolo i bambini
Attenzione a cosa si pubblica sui social network – Foto | Mammastyle.it

Questo modo di agire può spingere allo stesso tempo a mettere in atto anche quello che viene definito lo “sharenting”, ovvero pubblicare sui propri profili social immagini o video che li riguardano, che spesso possono suscitare complimenti da parte dei propri “amici virtuali”. Si tratta però di una pratica che, per quanto diffusa, andrebbe messa in atto con grande cautela.

Sharenting: un fenomeno da non sottovalutare

Ormai sempre più spesso si tende ad avere la tentazione, a cui spesso è praticamente impossibile resistere, di condividere i momenti belli della propria vita sui social. Basti pensare a momenti quali le feste di compleanno, le festività o anche semplicemente il periodo trascorso al mare. Sono davvero pochissimi quelli che non pubblicano scatti che riguardano il proprio tempo libero o occasioni che sono rimasti nel cuore.

In realtà, farlo non è così sbagliato (nonostante l’eccessiva esposizione sia segno di apparenza e poco altro), ma lo è decisamente di più se alcune di queste immagini coinvolgono i propri figli, specie se minorenni. Questa situazione può portare a un fenomeno che viene ora contraddistinto con il termine “sharenting“, termine coniato negli Stati Uniti, che si riferisce alla condivisione online di contenuti in maniera costante che hanno per oggetto i bambini.

Sharenting cos'è e come mette in pericolo i bambini
Condividere foto dei bambini sui social può essere pericoloso – Foto | Mammastyle.it

La scelta di questa parola non è casuale, perché nasce dall’unione di share, condividere, e parenting, inteso come genitorialità. Si tende ad avere questa esigenza in modo quasi perenne, addirittura mostrando cose che dovrebbero essere private come le ecografie, postate per annunciare una gravidanza cosa che, se proprio necessario, si potrebbe fare con ben altri sistemi.

Con il passare del tempo il proprietario della foto ha sempre meno controllo su di essa, nonostante molti tendano a sottovalutarlo. Questo può portare ad abbassare l’autostima del minore a causa dei confronti che possono innescarsi con i coetanei, ma anche a generare discussioni se l’altro genitore ritiene non idonea la pubblicazione. Non solo, nei casi più gravi, alcuni soggetti terzi potrebbero utilizzare le immagini per altri scopi, quali la pedopornografia, lo scherno o la ritorsione.

Il Garante è al lavoro

Situazioni come queste sono ormai note da tempo al Garante della Privacy, che sta provando ad arginare un fenomeno come lo sharenting che continua a essere ancora oggi troppo diffuso. Non si deve sottovalutare quanto questo modo di agire possa fare male, anche a livello psicologico, al bambino una volta cresciuto, che potrebbe sentirsi poco tutelato per l’uso che i genitori hanno fatto della sua immagine. Sono tanti, infatti, a condividere anche immagini del bagnetto dei figli, senza pensare che questo dovrebbe essere una fase che fa parte della loro sfera intima.

Il minore stesso perde così il controllo della sua immagine, visto che i contenuti restano online e possono essere utilizzati da chiunque, senza necessità da parte degli sconosciuti di chiedere consenso. Non sono purtroppo pochi i casi di chi si è reso conto di una manipolazione delle immagini fatta da estranei, anche per scopi tutt’altro che leciti, proprio per questo si dovrebbe riflettere con attenzione prima di ogni pubblicazione sui social.

E’ bene inoltre verificare anche cosa facciano i più piccoli quando si trovano online, magari con un sistema di parental control,. Il rischio di adescamento da parte di un pedofilo è sempre dietro l’angolo.

Gestione cookie