Da vecchi vestiti a nuovi occhiali di design, producendo nuova plastica senza usare petrolio: ecco come una start-up tedesca intende ridurre l’impatto sull’ambiente.
L’impatto antropico sull’ambiente è significativo (ormai non abbiamo più dubbi a riguardo) e purtroppo deleterio, perché ogni anno consuma più risorse di quante la biosfera sia in grado di rigenerarne. E, in quanto ad emissioni inquinanti, l’industria della moda a livello mondiale si trova alle spalle soltanto di quella dei trasporti, a motivo delle enormi quantità d’acqua e di CO2 necessarie per il processo di produzione dei vestiti e dei capi di abbigliamento.
E allora perché non smettere di usare petrolio, siccome ne abbiamo possibilità? Ed al contempo perché non contribuire il più possibile al riciclo delle centinaia di migliaia di capi che ogni anno finiscono in discarica e negli inceneritori, perché ormai fuori catalogo, producendo micro plastiche e residui cancerogeni di metalli pesanti che si disperdono nell’ambiente?
È l’idea di una start-up tedesca che intende produrre nuovi materiali per oggetti d’abbigliamento senza più usare petrolio ed arginando al contempo il più possibile il problema dei rifiuti. E con un processo di per sé assai semplice: riciclare i tessuti per ottenere un’alternativa alla plastica ottenuta attraverso fonti fossili altamente inquinanti, come appunto il petrolio. E realizzare, ad esempio, montature di occhiali di design.
Kleiderly: la start-up tedesca che trasforma i rifiuti in materia prima
L’idea ha reso Alina Bassi, co-fondatrice della start-up Kleiderly, una tra le trenta imprenditrici secondo Forbes attualmente più influenti al mondo nella categoria del manifatturato e dell’industria. Nata a Londra e trasferitasi poi a Berlino, ha fondato Kleiderly con l’obiettivo di ripensare il modo di produrre, consumare e vivere la dimensione – in particolare – della moda.
Ed ecco che è sorta quindi la start-up. Si occupa innanzitutto di raccogliere materiale di abbigliamento dismesso e destinato alla discarica ed all’incenerimento, per essere quindi lavorato e trasformato in nuovo materiale plastico da utilizzare poi nel processo di produzione di nuovi oggetti di design e di accessori di abbigliamento (come per l’appunto gli occhiali da sole).
L’intero processo viene svolto con macchinari e strumentazione a bassissimo consumo energetico ed il nuovo materiale plastico viene poi venduto alle aziende del settore. Le quali, in questo modo, possono scegliere di procurarsi plastica prodotta senza l’impiego di fonti fossili.
Un altro tassello si aggiunge quindi all’industria attenta all’impatto ambientale ed è importante porvi attenzione: solo in questo modo, osservando e verificando cioè i nuovi processi produttivi in atto, potremo essere certi che il settore si stia effettivamente convertendo per rispettare sempre di più la biosfera e non si tratti soltanto di proclami anch’essi, almeno attualmente, assai “di moda”.
