È stato un team di ricercatori della Harvard Medical School a giungere all’importante scoperta: ecco i risultati che gettano nuova luce sul perché della malattia.
Un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School ha dimostrato che un’alterazione del DNA a livello cellulare potrebbe essere la causa di un cancro al seno su tre. E l’ipotesi potrebbe condurre ad una scoperta di particolare importanza, che consentirebbe di concludere che l’ormone sessuale estrogeno femminile non acceleri soltanto la crescita del cancro al seno, ma sia la causa dei riarrangiamenti genomici che portano alla formazione del tumore.
Come espresso dal dottor Jake Lee, ricercatore presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center e primo firmatario dello studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, la ricerca ha rilevato che “gli estrogeni possono indurre direttamente riarrangiamenti genomici che portano al cancro: quindi il ruolo di queste molecole è sia di catalizzatore sia di causa”.
Dunque il gene del cancro che conduce al tumore al seno potrebbe venire attivato in conseguenza del coinvolgimento degli estrogeni nel rimescolamento genomico. Se ciò verrà confermato, ecco che la scoperta consentirebbe di attenzionare quindi gli estrogeni con maggior scrupolo ed in anticipo, in modo da poter agire in termini di prevenzione attraverso analisi specifiche.
Le osservazioni effettuate che hanno condotto ai risultati sugli estrogeni
Il gruppo di ricercatori della Harvard Medical School guidati dal dottor Jake Lee hanno studiato i genomi di 780 pazienti affette da tumore al seno. Durante le analisi svolte, sono stati due cromosomi a destare le maggiori curiosità e perplessità del team: essendosi infatti fusi nei pressi dei geni del cancro, avevano creato delle sorte di ponti formati da due cromosomi differenti.
Dunque non solo un cromosoma singolo, riorganizzato, riarrangiato e deformato che causava il disordine cromosomico caratteristico delle cellule cancerogene, ma anche un nuovo modello di due cromosomi fusi che si è manifestato in oltre 250 casi, dunque in un terzo circa delle condizioni di tumore al seno. E sarebbe proprio l’ormone sessuale estrogeno a causare i riarrangiamenti e a risultare quindi non più soltanto una sorta di combustibile per la crescita del cancro.
Gli esperimenti condotti poi in vitro dal gruppo di ricercatori hanno consentito, attraverso tecniche di cosiddetto “editing” genetico, di sezionare il DNA delle cellule. Il DNA alterato in questo modo, quindi, è stato poi riparato ed il riarrangiamento ha mostrato condizioni del tutto simili a quelle rilevate nelle cellule tumorali delle pazienti. Lo studio è ora in corso di ulteriore approfondimento e valutazione sperimentale.