Bellezza iconografica, regina di stile, attivista umanitaria, moglie e madre: Audrey Hepburn è una delle più grandi stelle della storia del Cinema. Ma la sua grazia ed eleganza sono andate ben oltre i confini di Hollywood.
È una delle stelle di Hollywood più brillanti di sempre. Il suo talento, il suo charm, il suo trasporto, la sua maestria, la sua eleganza e la sua bellezza naturale mai ostentata hanno contribuito a renderla una icona immortale. Attraente, magnetica, genuina ed amorevole, vincitrice di due Oscar, tre Golden Globe, quattro Bafta, due Tony, un Emmy ed un Grammy. Ma anche di una Medaglia Presidenziale della Libertà e del Premio Umanitario Jean Hersholt.
Audrey Hepburn nacque in Belgio e crebbe poi tra il regno dello stato federale, il Regno Unito ed i Paesi Bassi. Durante l’infanzia, proprio in Olanda visse all’ombra del regime nazista. A dieci anni cominciò a studiare danza e poi teatro, da dove poi approdò al cinema.
Ben presto divenne uno degli astri più fulgenti della settima arte, con una grazia ed una semplicità talmente brillanti da non lasciare nessuno spettatore, così come nessun collaboratore, insensibile al suo fascino. Il quale scaturiva da una umanità e sensibilità profonde, genuine, che emergevano da qualsiasi palco e schermo con forza prorompente ed in modo palpabile. E da una bellezza unica, mai ostentata, che rifletteva all’esterno una ricchezza caratteriale, intellettiva, emotiva e creativa particolarmente fervida. E che, a partire dal 1974, alla Hepburn piaceva “spiegare” con i versi del poeta Sam Levenson.
Il suo amore per la famiglia è sempre stato noto ed è ad essa che si dedicò con trasporto a partire dagli anni Settanta, trascinata da un amore viscerale per i figli. Nel 1974, l’umorista Sam Levenson scrisse alcuni versi sulla bellezza: il poema è stato descritto come uno dei preferiti dalla Hepburn, che soleva leggere ai figli di sovente.
Tra le liriche, ecco alcuni passaggi sulla bellezza femminile: “Per avere labbra attraenti, pronuncia parole gentili. Per avere gli occhi belli, guarda quello che le persone hanno di bello in loro. Per rimanere sottile, condividi i tuoi pasti con coloro che hanno fame. Per avere dei bei capelli, lascia che un bambino li accarezzi ogni giorno”.
Forse Levenson, agli occhi della Hepburn, era riuscito a rendere in parole esattamente il suo sentimento riguardo alla bellezza e per questo sentì la poesia così cara al suo pensiero ed al suo spirito. Per questo motivo, nel 1993 il figlio Sean decise di leggerne i versi durante il suo funerale: a mo’ di lascito di un portamento che, come espresso nel poema, si muoveva tra le strade del mondo, dal più lussuoso al più povero, “sapendo di non essere mai sola, perché coloro che ti amano e ti hanno amato ti accompagnano per sempre”.