Proseguono le ricerche sugli effetti dannosi del fumo sull’organismo: gli esperti investono sullo sviluppo di un dispositivo utile alla sperimentazione.
Benché generalmente il fumo venga distinto dalle più comuni droghe, produce in realtà i medesimi effetti collaterali. Si tratta infatti di una tendenza associata al vizio, una definizione che ridimensiona la gravità e soprattutto la pericolosità dell’esposizione frequente e costante. Il fumo non è un vizio, bensì una vera e propria dipendenza, quali possono essere quelle associate all’eroina e agli oppiacei.
La sigaretta infatti contiene più di 4.800 sostanze dannose per l’organismo umano, tra cui nicotina, catrame e monossido di carbonio – elementi che incidono negativamente sulla risposta immunitaria e favoriscono l’insorgenza di tumori, patologie cardiovascolari ed ovviamente problemi respiratori. Secondo le stime prodotte dall’attento studio dei ricercatori, una settimana di fumo equivale alla perdita di un giorno di vita.
Smettere di fumare assume dunque un’importanza notevole, soprattutto laddove un soggetto X consumi un pacchetto da venti sigarette al giorno. Per questo motivo, negli ultimi decenni, gli scienziati hanno studiato eventuali strategie utili al contrasto della dipendenza. Il processo comporta inevitabilmente manifestazioni di astinenza, quali possono essere cattivo umore, frustrazione, ira e ricerca costante di distrazioni che possano sopperire alla mancanza della sigaretta. In tal caso, la consapevolezza può giocare un ruolo fondamentale: il cervello risponde alle informazioni con l’istinto di sopravvivenza. Approfondiamo insieme l’argomento.
Smettere di fumare, il dispositivo di monitoraggio del fumo: tutti i dettagli
I soggetti dipendenti dal fumo non hanno sicuramente consapevolezza della quantità delle sostanze dannose a cui espongono il corpo nel corso della routine quotidiana. I ricercatori hanno quindi realizzato un dispositivo che registra il numero di sigarette, i tempi di inalazione ed espirazione del fumo, quanto tempo intercorre tra una boccata e l’altra e ogni quanto il soggetto si vede predisposto nell’accensione della sigaretta. L‘esperimento ha coinvolto 19 persone, le quali hanno indossato il dispositivo in 115 sessioni di fumo.
Stiamo parlando dello Smokemon – una collana color lapislazzulo da indossare comunemente al collo – ideata dagli scienziati della Northwestern Medicine University (Stati Uniti). Il fumatore apprende così consapevolezza, rispondendo automaticamente al rischio. L’essere umano infatti possiede, come qualsiasi altro essere vivente, l’istinto di sopravvivenza – spinta che viene alimentata laddove il soggetto riesca ad interiorizzare effettivamente i rischi della dipendenza.
Lo Smokemon si rivela dunque un dispositivo utile non solo per i fumatori, ma anche per gli stessi ricercatori in termini di studio degli effetti collaterali sul corpo umano. Gli scienziati possono analizzare approfonditamente l’influenza del monossido di carbonio sul sistema immunitario dell’essere umano, studiando al contempo la quantità di sostanze tossiche alle quali un fumatore è esposto ventiquattro ore su ventiquattro.