È corretto fare i compiti con i figli? Molti genitori non lo sanno: gli esperti ci danno una mano a capire.
L’inizio del percorso scolastico di un bambino è sempre un momento speciale, sia per i genitori sia per il piccolo alunno. Ogni bimbo lo affronta in un modo diverso secondo le proprie caratteristiche ma per tutti c’è un senso di eccitazione perché si entra nel mondo dei grandi e non si sa bene come sarà. Anche per i genitori è un evento speciale: è il primo distacco vero ed è il momento in cui il bambino inizia un percorso di autonomia. I compiti e le regole sono il cambiamento decisivo rispetto alla scuola materna.
I compiti per i genitori a volte sono un cruccio ancor più che per i bambini, ovviamente un papà o una mamma che vede il proprio figlio intento ad imparare cose nuove, ha la tendenza ad aiutarlo a sostenerlo! Si mescola alla tenerezza anche un po’ di ansia perché si teme che il bimbo faccia fatica e non riesca a capire tutto e il genitore sa l’importanza di questi primi anni di scuola per la formazione futura.
Il genitore deve accompagnare sicuramente il bimbo in questo percorso ma non deve certo sostituirsi agli insegnanti e tantomeno esercitare troppa pressione sul proprio figlio; deve cercare di aiutarlo a trovare un metodo suo personale di approccio alla scuola.
Seguiamo i consigli degli esperti che ci dicono come, quanto e fino a quando un genitore è giusto che aiuti nei compiti.
Il fine ultimo del percorso scolastico del bambino è che acquisisca una propria autonomia e responsabilità nel gestire il proprio lavoro, questo lo aiuterà a formarsi correttamente. L’aiuto dei genitori deve esserci, ed è sicuramente importante inizialmente, ma con il passare del tempo deve scomparire, gradualmente. Nei primi due anni delle elementari bisogna star loro vicino per dargli sicurezza per non farli sentire soli: se un bimbo non ha compreso bene quanto spiegato in classe, bisogna esortarlo a dirlo all’insegnante e non fargli il compito. Il piccolo deve capire che non c’è niente di male ed è compito del genitore insegnargli il confronto con l’autorità.
Dalla terza elementare in poi, la presenza dei genitori durante i compiti non dovrebbe esserci più, magari sarà importante controllare che sia tutto a posto che il bimbo non abbia avuto problemi ma con discrezione, senza giudicare. È essenziale che il bimbo si responsabilizzi e capisca che è un suo problema se va a scuola senza aver fatto i compiti. Questo gli servirà perché nel ciclo delle scuole medie, periodo molto particolare, saprà come comportarsi e avrà ormai un metodo di studio.
All’inizio, nelle prime classi delle elementari, è fondamentale trovare un posto dove il bambino faccia i compiti che sia consono, dove si senta a suo agio, ci devono essere dei momenti e degli orari costanti e soprattutto bisogna far fare della pause in modo che il bimbo si distragga un po’. In seguito sceglierà da solo il posto adatto a lui. Esortarli a studiare in gruppo, quando sono un po’ più grandi, è importante perché li abitua al confronto, alla socialità ed a non aver paura di esprimersi davanti agli altri.