Provare sensi di colpa quando si commette un errore può essere normale. Alla lunga, però, non facciamo bene a noi stessi, per questo è bene correre ai ripari.
Ognuno di noi ha un carattere che può essere diverso da quello degli altri, c’è chi è più impulsivo e tende ad avere reazioni di cui solo successivamente si pente. Questo non è necessariamente un male, ma significa che c’è la volontà, oltre che la capacità di guardarsi dentro e di capire se quello che si è fatto sia giusto o meno. E’ in questi casi che in chi è dotato di una particolare sensibilità può subentrare il senso di colpa. Chi lo prova arriva a pensare di essere sempre in errore anche quando non lo è, spesso con la consapevolezza che questo può essere deleterio anche per il fisico.
E’ capitato certamente a noi, ma anche alle persone che conosciamo, di ammettere apertamente di avere sensi di colpa dopo avere fatto o detto qualcosa. Questo in genere si verifica quando c’è una discordanza tra i valori in cui si crede, il contesto sociale e il proprio modo di agire.
Ammettere questo stato d’animo non è così semplice per tutti, anzi a volte è l’orgoglio a fare da freno e a impedire di esprimersi. Un’emozione come questa non è comunque negativa a priori, ma anzi testimonia la capacità di empatizzare con gli altri e di rendersi conto di avere ferito in qualche modo il nostro interlocutore.
Non sottovalutare mai i sensi di colpa
Allo stesso tempo, però, si finisce per punire se stessi anche quando non sarebbe necessario. A volte, infatti, siamo noi stessi a colpevolizzarci dopo una presa di posizione o un comportamento pesante nei confronti degli altri, anche se ne avremmo tutte le ragioni per sentirci in pace con noi stessi. Non a caso, non tutti sono in grado di apprezzare il pentimento e la volontà di tentare una conciliazione.
A lungo andare provare sensi di colpa, specialmente se la persona a cui si ritiene di avere fatto del male risulta indifferente, può essere deleterio anche per il fisico. Sono in tanti, infatti, a somatizzare questa condizione, arrivando a riscontrare sintomi quali nausea, mal di testa, tachicardia, ansia e difficoltà a prendere sonno. Tutte situazioni che ci impediscono di portare avanti i nostri compiti quotidiani e di agire come se niente fosse.
Cosa fare per rimediare? Certamente per chi è sensibile è impossibile pensare di cambiare il carattere, nonostante si possa smussare qualche sfaccettatura. Fortunatamente il problema non è così irrisolvibile.
A venire in aiuto a molti può essere infatti una pastiglia, secondo quanto riscontrato da un gruppo di studiosi dell’Università di Basilea. Chi è refrattario all’idea di assumere farmaci, soprattutto perché teme possano causare dipendenza, può stare tranquillo: si tratta infatti di un placebo, in grado quindi di fare effetto anche solo per autosuggestione. Questo significa che chi lo prende si convince di quello che può generare e nota poi da solo dei miglioramenti.
Emblematici sono i risultati di questo studio. Alle persone coinvolte è stato chiesto di ricordare un momento in cui avevano infranto una regola o quando erano arrivati a danneggiare, magari senza volerlo qualcuno, tutte situazioni che possono generare sensi di colpa. A quel punto sono stati suddivisi in tre gruppi prima di ricevere la pastiglia. Al primo è stato detto chiaramente che era un placebo, il secondo era convinto di assumere un vero medicinale, mentre al terzo non è stato dato niente. E ad avere reali benefici sono stati i primi due gruppi, a conferma di come il placebo possa funzionare anche quando non si sa di prendere una medicina. Insomma, la forza di volontà sembra avere un ruolo decisivo.