C’è molto fermento intorno alla sorte del Reddito di Cittadinanza che tra qualche mese cambierà completamente nome e connotati. Mia sarà il nuovo Rdc introdotto dal governo Meloni, ma ironia della sorte, nonostante abbia un nome al femminile, pare sfavorisca proprio le donne.
Ormai il Reddito di Cittadinanza sta arrivando al capolinea. Mancano circa 5 mesi, precisamente ad agosto 2023, alla sua cancellazione totale, per essere sostituito dalla Misura per l’inclusione attiva (Mia). Secondo le stime, sarebbero circa 600 mila coloro che dovranno dire addio al sussidio.
Il governo Meloni ha voluto separare la fine del reddito di cittadinanza con l’introduzione del suo rimpiazzo, che arriverà soltanto nel 2024. Il Ministero del Lavoro sta lavorando alla bozza della riforma del sussidio contro la povertà, che di fatto cambierà la platea, gli importi, la durata e anche i requisiti per ottenerlo.
Concretamente, la nuova misura ideata dal Governo Meloni fa una netta distinzione tra occupabili e non occupabili, in base a dei criteri che spaziano tra le famiglie che hanno componenti minori, disabili e over 60 e quelle che non li hanno. Per queste ultime gli imposti sono più bassi e il sussidio in questione ha una durata minore.
Lo scopo del governo è quello di favorire il percorso verso il lavoro ed evitare quanto è successo con il Reddito di Cittadinanza, tanto criticato, percepito per oltre il 40% anche da famiglie con un solo componente. Per questi ultimi si potrà accedere solo all’importo decurtato a meno che non si tratti di disabili o over 60.
In questi ultimi giorni si è sollevata un ulteriore osservazione sul nuovo sussidio Mia, che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza. A quanto pare penalizzerebbe l’emancipazione delle donne, in particolare le mamme. Per quest’ultime infatti sussiste la dipendenza dal sussidio.
A lanciare l’allarme è l’ex amministratrice delegata di Anpal Servizi, Cristina Tajani che sulle colonne di Repubblica tuona: “La definizione degli occupabili (ndr) disincentiva il percorso formativo soprattutto delle donne con figli piccoli, per definizione non occupabili”, si legge. Secondo l’esperta, tale visione rende i single occupabili, per il solo fatto di essere single.
In poche parole, la madre che ha i figli piccoli rientra nel gruppo degli inoccupabili, proprio perché all’interno del suo nucleo familiare sono presenti dei minorenni che deve accudire. Proprio per questo motivo può fare richiesta del nuovo Reddito di Cittadinanza. Ma secondo Tajiani, ridurrebbe la sua autonomia, mettendola in una posizione tale da dover dipendere economicamente dal sussidio statale.