Finalmente una buona notizia che riguarda le pensioni: stavolta in molti potranno davvero tirare un sospiro di sollievo.
L’anno appena passato verrà ricordato da tutti come quello in cui abbiamo dovuto far fronte ad una crisi economica non indifferente e che ancora adesso ci sta facendo pagare le sue conseguenze, portandoci spesso ad essere in difficoltà anche nell’arrivare a fine mese.
Come se non bastasse, c’è una categoria di persone che ne hanno risentito maggiormente e che soffrono una situazione disagiata, stiamo parlando di tutti quei pensionati, soprattutto coloro che percepiscono l’importo minimo e che quindi spesso sono costretti a dover fare delle rinunce per poter arrivare a fine mese o semplicemente per acquistare i medicinali di qui hanno bisogno, visto che non tutti sono passati dal sistema sanitario. Una situazione diventata ormai insostenibile e che purtroppo al momento non vede via di miglioramento.
Se però dal punto di vista economico la situazione sempre essere destinata a restare invariata ancora per un bel pò, anzi, in alcuni casi ci sono stati ulteriori aumenti come la benzina ad esempio, dal punto di vista pensionistico le cose potrebbero ulteriormente cambiare e in molti potranno ricevere una bellissima notizia.
Come previsto dalla nuova Legge di Bilancio del 2023, gli importi delle pensioni a partire dal mese di gennaio hanno subito un aumento pari al 7,3%. Questo è accaduto perché sono state rivalutate in base ad un tasso provvisorio calcolato a novembre e che si riferisce al tasso d’inflazione fino a quel momento. Nonostante questo però, c’è stato un boccone amaro per una buona parte di pensionati, che non si sono visti accreditare il tanto decantato aumento, proprio come vi abbiamo mostrato in questo nostro articolo precedente. Ciò nonostante c’è una buona notizia che si vede all’orizzonte e stavolta tutti la potranno ricevere.
Come vi abbiamo detto poco fa, il tasso d’inflazione che ha permesso la rivalutazione delle pensioni al 7,3% è stato calcolato al mese di novembre. Quello però reso noto dall’Istat e che fa riferimento alla totalità del 2022, mostra un’inflazione pari all’8,1%, di conseguenza ci sarà uno 0,8% che dovrà essere ancora corrisposto. Una volta capito questo, ci saranno due possibili scenari. Il primo prevede che venga fatto un conguaglio a gennaio 2024 con decorrenza da gennaio 2023 in cui verrà corrisposta la differenza per tutte e 12 mensilità del 2023, valido solo per chi non percepisce una pensione superiore a 4 volte l’importo minimo. Mentre la seconda opzione che dovrebbe approvare il governo Meloni nel più breve tempo possibile, è la possibilità di ricevere in anticipo questo conguaglio e di non aspettare quindi il 2024.