Riconoscere un buon salmone è fondamentale per evitare problematiche di salute serie: attenzione a questi dettagli, vi aiuteranno moltissimo!
Da che mondo è mondo, non appena la bella stagione inizia a farsi davvero sentire, abbandoniamo i piatti caldi e sugosi a base di carne per deliziarci con prelibatezze più leggere e fresche, che solo un buon pesce può promettere. Arrivano quindi sulle nostre tavole filetti di tonno da scottare in padella, tranci di pesce spada da condire con sale e limone, gustose grigliate, calamari ripieni, ma tra tutti, non può mancare lui: il tanto amato salmone! Uno degli alimenti più delicati e preziosi per il nostro fabbisogno, ricco di sali minerali come Omega 3 e perfetto per chi segue un regime alimentare più controllato.
Il pesce crudo si consuma da tempo immemore, eppure qui in Italia l’abitudine inizia a farsi sempre più viva con la venuta dei sushi bar, specialmente con gli All you can eat. Qui troviamo alcune prelibatezze come i Nigiri, pallette di riso cui vengono posti al di sopra alcuni tagli di pesce, compreso il salmone crudo, cotto oppure scottato. Tuttavia sorge spontanea una domanda: come riconoscere un buon salmone sia nella versione intera che porzionata? Fate attenzione ai dettagli che vi diremo e diventerete dei veri esperti!
Come riconoscere un buon salmone osservando, toccando e annusando
Tutti gli esperti di pesce, compresi i migliori cuochi in circolazione, asseriranno che per riconoscere un buon salmone bisogna utilizzare i sensi, soprattutto olfatto, vista e tatto. Certo, se compriamo il pesce fresco ormai da anni e sempre dallo stesso pescivendolo potremo acquistarlo anche ad occhi chiusi poiché conosceremo sicuramente le tecniche di conservazione e di trattamento di quel peschereccio, tuttavia non dobbiamo mai sottovalutare alcuni aspetti importanti. Pertanto, come lo riconosciamo un buon salmone sia nella versione intera, sia già sfilettata?
- Vista: come dicevamo, dobbiamo avvalerci dei sensi per riconoscere un buon salmone, primo tra tutti la vista. Osserviamo con attenzione il filetto intero. Che aspetto ha? Se davanti avremo un pesce lucido, quasi brillante, ben strutturato e corposo, potremo capire senza intoppi che quello è un buon pesce, freschissimo. Stesso discorso per quello già sfilettato, il colore dovrà essere di un arancione vivido, con sfumature del pesca. Se la pelle è opaca e spenta e l’interno risulta pallido oppure con macchioline scure, non consumiamolo nel modo più assoluto.
- Olfatto: altro senso da sfruttare per riconoscere un buon salmone è l’olfatto. Annusare in questo caso potrebbe già farci capire senza la vista se stiamo acquistando o mangiando un buon salmone. L’odore dovrà essere fresco, appena di mare e per nulla prorompente. Se invece avvertiamo pizzicore al naso, un odore acre che tende al marcio, quello non potrà mai essere un buon pesce da consumare o acquistare.
- Tatto: in ultimo, ma non per importanza, avvaliamoci dell’uso delle mani. Nel caso in cui il pesce sia intero, la pelle dovrà risultare soda e compatta, il dito dovrà quasi rimbalzare sulla superficie per la sua elasticità e inoltre, provando a toccare la polpa interna contro la lisca, non dovrà staccarsi facilmente. Se invece al tatto risulta molle, si spappola già solo sfiorandola con un dito, significherà che quella pelle non è di un salmone fresco.