Cosa fare contro una puntura di ape? Ecco come agire nel migliore dei modi evitando alcuni errori fatidici per la propria salute, scopriamoli insieme!
Con l’arrivo della primavera, è meraviglioso trascorrere un po’ di tempo in giardino: le piante iniziano a rifiorire, i fiori stessi sono rigogliosi, brillanti e molto profumati ed inoltre i raggi solari creano una sensazione sulla pelle molto piacevole, una vera e propria coccola. Purtroppo però, il clima primaverile non risveglia solo noi dal torpore invernale, ma anche una serie di insetti, tra cui zanzare, moscerini, vespe ed api.
Soprattutto le ultime due creano nell’essere umano alcune reazioni e per qualcuno è indice di vera e propria fobia. La paura delle api è piuttosto diffusa, specialmente nei bambini. Non è quindi raro che ogni tanto, durante una gita fuori porta o in giardino ci si ritrovi davanti ad uno di questi insetti, venendo punti.
Oltre al panico iniziale, come bisogna comportarsi contro un morso di ape o di vespa? Quali errori evitare e cosa fare per non incorrere in peggioramenti? Eccovi una semplice, ma utile guida nel caso in cui si venga ‘morsi’ da un’ape, scopriamo insieme cosa fare!
Contro una puntura di ape non commettere mai questi errori: potresti solo peggiorare la situazione
Rispetto a quanto si possa pensare, le api sono insetti sociali che non attaccano l’essere umano per puro piacere, anzi, quasi sempre non pungono se non nel caso in cui si sentano fortemente minacciate. In quel caso andranno a perforare la pelle rilasciando il pungiglione al suo interno per poi morire. Oltre a questo però, vi è anche l’apparato velenifero che è il responsabile del dolore, della tumefazione e del forte prurito causato. Quali manovre seguire nel caso di una puntura di ape o di una vespa? Scopriamo insieme come comportarsi e cosa non si dovrebbe mai fare
- Prima di tutto, ricordiamoci sempre di mantenere la calma. Andare nel panico provando a staccare a mani nude e nell’immediato il pungiglione potrebbe solo peggiorare la situazione, spingendolo ancor di più al di sotto della pelle con conseguente dolore e difficile estrazione. Bisogna quindi essere rapidi, rimuovere il pungiglione con un oggetto smussato per evitare di spremere ancora di più l’apparato velenifero, che in quel caso andrebbe solo a rilasciare maggiormente il veleno. Quello delle api è ricoperto solitamente da piccoli uncini, per questa ragione non rimuoviamolo in maniera brusca. Dopo averlo eliminato, raschiamo delicatamente la parte per rimuovere i residui di veleno.
- Dopo i primi minuti dalla puntura, la zona inizierà ad arrossarsi e a gonfiarsi vertiginosamente, quasi il doppio rispetto al normale, ma questo non deve destare troppo allarme. Risulta molto efficace apporre sulla zona colpita degli impacchi con qualcosa di freddo, come ad esempio una bottiglia fresca da frigorifero oppure una superficie fredda, tuttavia non ghiacciata. Evitiamo di coprire la zona con ghiaccio secco o fresco, piuttosto facciamo scorrere acqua corrente e sciacquiamo delicatamente la zona colpita.
- Quando la zona sarà stata trattata con qualcosa di fresco, sarebbe il caso di assumere un antistaminico per via orale oppure sotto forma di pomata, applicabile direttamente sulla zona colpita. Se non si è allergici, nel giro di qualche ora il dolore inizierà a sparire e la zona tumefatta abbandonerà rossore e prurito. Se invece la persona punta inizia ad avere difficoltà respiratorie, lamenta capogiri, tumefazione a bocca e lingua o sviene, bisogna recarsi immediatamente al pronto soccorso poiché quasi certamente saranno i sintomi di un’allergia.