Se pensate che la procrastinazione sia il vostro lato peggiore, vi farò ricredere. Il bicchiere non è mai mezzo vuoto, ecco perchè è una qualità preziosa.
Se vivete nella convinzione che il mondo sia diviso tra chi è un membro attivo e propositivo della società e chi rimanda le cose da fare all’infinito? Vi sfato un grosso mito: essere procrastinatori ha dei lati positivi.
Avete capito bene, quello che può sembrare un’attitudine dannosa alla nostra produttività in realtà potrebbe essere un’abitudine da custodire cara.
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Il lato utile della procrastinazione: in pochissimi lo conoscono
L’autore e docente di Management alla Wharton, Adam Grant, nel suo libro “Essere originali: come gli anticonformisti cambiano il mondo“, affronta la questione: la procrastinazione è un’attitudine non solo diffusa in generale, ma è una caratteristica di alcune tra le menti più innovative di questo secolo: come ad esempio Steve Jobs e Steve Wozniak.
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Grant in un’intervista parla del perchè questa qualità viene associata ad aspetti negativi come la pigrizia e l’inaffidabilità. Basti pensare che nell’antico Egitto la procrastinazione era associata alla mancanza del momento ‘giusto’, quindi chi procrastina lo faceva perchè sentiva che il momento ideale non era ancora arrivato.
Se per la produttività è vista come una qualità negativa, è invece un toccasana per la creatività e tal proposito lo sapeva Steve Jobs, un abitudinario se parliamo di rimandare attività. Il suo rimando era per accumulare idee originali rispetto a quelle tradizionali.
Si può infatti parlare di “procrastinazione strategica“, possiamo sperimentarla mettendo in pausa attività creative e rimandandole per permettere ad altre idee di nascere.
I pro della procrastinazione:
- E’ un modo per avere una visione complessiva prima di decidere qualcosa di importante;
- se rimandiamo qualcosa, abbiamo tempo per rivederlo e migliorarlo, oppure correggerlo;
- ci consente di evitare perdite di tempo in mansioni che non sono fatte per noi;
- è una difesa contro la produttività estrema, un cruccio del nostro presente;
- accresce la creatività e ci da tempo di capire cosa vogliamo davvero.
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Inoltre, abbiamo anche una prova scientifica in tal proposito, uno studio chiamato “The Structural and Functional Signature of Action Control”. Tramite una risonanza magnetica, ha dimostrato che il motivo della procrastinazione è un’amigdala di dimensioni più grandi, e una sua scarsa connessione con l’ACC dorsale.
L’amigdala, tra le sue attività, si occupa nella gestione delle emozioni e se ha dimensioni importanti, potrebbe essere motivo di ansia, in particolare quella che nasce quando dobbiamo concludere un’attività specifica. Questo dimostra che chi procrastina non deve essere automaticamente etichettato come una persona pigra