Una nuova truffa sul Bancomat sta allarmando tutte le banche e i gli ATM delle varie città, ma in cosa consiste? Scopriamolo insieme
Essere truffati ai giorni nostri è estremamente facile. Basta pensare a tutte le vendite online, ai prodotti dimagranti, alle lozioni magiche per far ricrescere i capelli in poco tempo o ad arnesi di palestra che promettono uno sviluppo muscolare repentino, anche se a dir poco improbabile.
Insomma, viviamo ormai in un modo basato su questo, tuttavia le truffe principali riguardano nella maggior parte dei casi le clonazioni delle carte di credito, così come dei conti correnti o delle semplici prepagate. Tutti conosciamo la fantomatica e super famosa truffa degli sportelli ATM in cui si veniva osservati con le telecamere affinché potessero essere spiati dati sensibili, ma da un po’ di tempo questa tipologia di frode sembra essersi evoluta ancora di più. Di cosa si tratta nello specifico? Scopriamolo insieme
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Una nuova, o anzi, obsoleta truffa Bancomat è tornata alla ribalta: ecco come proteggersi
Questa forma di truffa, chiamata shoulder surfing, in realtà non è poi così nuova, in realtà risale addirittura agli anni 80, quando i truffatori, ad oggi definiti hacker, erano soliti spiare le persone durante le chiamate ai telefoni pubblici, in cui inserivano i dati della carta di credito per effettuare le chiamate. Letteralmente infatti, il termine dall’inglese sta a significare ‘surfare alle spalle‘ ed è il proposito della truffa stessa.
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Questa tecnica non è stata abbandonata mai del tutto, anzi, con la venuta degli smartphone e dei computer portatili si è modificata, adeguandosi ai nuovi risvolti tecnologici. Tutti noi potremmo essere colpiti da uno shoulder surfer, basta pensare a quelle operazioni che effettuiamo con il cellulare sul tram o sull’autobus. Gli hacker potrebbero piazzarsi dietro di noi e rubare i nostri dati sensibili.
Nonostante servano sempre carta e codice pin per rubare il nostro conto, è possibile che i truffatori vadano ad installare delle piccole patine metalliche sui tastierini dei terminali, così da clonare i dati all’interno, oppure che installino delle microtelecamere poste al di sopra di questi, registrando i movimenti eseguiti durante la digitazione dei codici.
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Ma non solo: gli shoulder surfers possono utilizzare binocoli, macchine fotografiche molto piccole oppure fingere di aiutare qualcuno in difficoltà durante il prelievo. Raccomandiamo sempre massima attenzione durante le operazioni, copriamo quanto più possibile il tastierino con la mano ed evitiamo la diffusione dei nostri dati sensibili a conoscenti o ripeterli ad alta voce in un luogo pubblico e affollato.