Se fare i compiti è sempre una tragedia, fermati e poni l’attenzione su questi fattori: l’errore potrebbe essere proprio del genitore!
Che si tratti di avere un bimbo di dieci anni o un ragazzino in piena fase adolescenziale, poco importa: il momento dei compiti a casa sarà sempre una vera tragedia. Nonostante siano tanti i bambini che adorano studiare, apprendere e mettersi in gioco, tanti altri ancora vedono questo momento di grande importanza come una sorta di perdita di tempo, specialmente nel caso in cui vogliamo dedicarsi totalmente al gioco.
Seppur la predisposizione allo studio sia abbastanza innata, non sempre noi genitori tendiamo ad educare i nostri piccoli al ‘buon studio’. Anzi, nella maggior parte dei casi utilizziamo un sistema tout court sul premio o punizione. Se finisci tutti i compiti ti darò la merendina preferita, se non lo farai invece andrai a letto senza cena. Si attiva quindi in automatico un sistema inconscio secondo cui lo studio non va eseguito per se stessi, ma nell’ottica di ottenere qualcosa. Ecco perché, nella maggior parte dei casi, bisogna quasi costringere i bambini a fare i compiti con stratagemmi di questo tipo. Ma se vi dicessimo che gli errori più comuni li commettiamo noi genitori? Scopriamo tutti i dettagli
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Fare i compiti sarà una passeggiata: ecco gli errori che tu, genitore, dovrai assolutamente evitare di fare
Le fasi più critiche nella crescita di un bambino sono generalmente due: tra i 5 e i 6 anni e tra i 13 e i 15. Nella prima il nostro piccolo che fino a quel momento era abituato al gioco, si ritrova a dover fare i conti con le prime responsabilità scolastiche, quindi alzarsi presto al mattino, trascorrere alcune ore senza i genitori e fare i compiti assegnati dalla maestra.
Nella seconda invece il nostro non è più un bambino, ma un piccolo ometto e tenderà a riscoprire il proprio corpo, notando parecchi cambiamenti. Lo studio non sarà più troppo leggero, anzi, i compiti incalzeranno sempre di più. Come dovrebbe comportarsi un genitore in questi casi? Attenzione a questi errori comuni a tutti, ma da evitare assolutamente!
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- Abbandona il premio/punizione: nel modo più assoluto bisogna educare i propri bambini e ragazzi a studiare per se stessi. Lo studio non dovrà mai essere posto nell’ottica di un premio o al contrario di una punizione, poiché andremmo semplicemente a incrementare l’odio verso i compiti assegnati dagli insegnanti. Potremmo quindi decidere di aiutarli con calma, trasformando quel momento trascorso tra i libri in un vero e proprio gioco di apprendimento. Magari, tra un capitolo e un altro, possiamo mangiucchiare qualche dolcetto o caramella affinché il tutto risulti più dolci e allegro. La cioccolata ad esempio aumenta i livelli di serotonina, di conseguenza il nostro piccolo si sentirà più allegro e predisposto.
- I compiti come una fonte di sapere: educare i propri figli allo studio nell’ottica futura è molto importante. Spesso i bambini si rifiutano perché credono che molte cose non serviranno quando saranno adulti. Perché quindi non scherzare un po’ su questo? Ad esempio potremmo inventare il ‘gioco della cassiera’ per studiare la matematica, dicendo loro che i calcoli servono per comprare quel giochino che hanno visto al supermercato o nel negozio di giocattoli. Insomma, bisogna portare i bambini e i ragazzi a cambiare punto di vista, non si studia per l’insegnante, tantomeno per i genitori, ma solo per imparare un domani a saper vivere nel mondo.
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- Un clima sereno: nella maggior parte dei casi i bambini rifiutano di fare i compiti perché l’ambiente domestico potrebbe non essere del tutto sereno. La concentrazione è già di per sé compromessa in tenera età poiché si pensa al gioco, quindi bisogna far si che durante i compiti ci siano risate, divertimento, evitando le liti e gli sgridi. Insegniamo ai nostri figli la pazienza nel superare le difficoltà iniziali, proviamo a spiegargli un concetto laddove non sia subito appreso e in qualche modo, trasformiamoci noi stessi in bambini, provando a capire come potrebbe un bimbo apprendere più facilmente un concetto difficile. Svestire per qualche ora i panni dell’adulto e imparare a sedersi accanto a loro, con uguale mentalità.