Il cane è il miglior amico dell’uomo, siamo così legati con lui che ci basta uno sguardo per capire cosa vuole dirci. Quegli occhi profondi e dolci che ci fanno sentire amati all’infinito. Ma, cosa capisce davvero quando gli parliamo?
Il nostro cane, oltre ad eseguire i semplici comandi che gli diamo come “fermo”, “seduto” o “zampa”, capisce di più di quanto immaginiamo? Riesce a comprendere gesti, toni di voce e atteggiamenti? Se vivi con un cane, sai già che, a volte, i suoi comportamenti sono così straordinari che sembra conoscere per filo e per segno quello che provi e che pensi, ma è solo suggestione o è tutto vero?
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Tutti sanno che per addestrare Fido ad eseguire i comandi bisogna premiarlo con biscottini e carezze. In poco tempo, il cane utilizza l’associazione comando-cibo e, per un riflesso condizionato, esegue quello che gli diciamo. Ciò però è altamente riduttivo. Il linguaggio del corpo è fondamentale per capire le intenzioni di qualcuno e questo lo sanno anche i nostri amici a 4 zampe. Uno studio ha dimostrato che i cani che aspettavano di essere ricompensati dopo aver eseguito delle istruzioni, capivano se il loro addestratore gli negava il biscottino in modo intenzionale o meno riuscendo a dimostrare che il cane riesce a distinguere un gesto volontario da uno involontario. Anche il contatto visivo ad essere molto importante, se, ad esempio, mentre vuoi insegnargli un comando guardi lo smartphone non otterrai alcun risultato. Invece, guardarlo negli occhi ti permette di stabilire una connessione inducendolo a capire che stai cercando di comunicargli qualcosa di importante.
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Nel 2016 è stata fatta una ricerca davvero molto interessante: gli addestratori dicevano ai cani cosa fare con parole che loro conoscevano e le alternavano con parole completamente inventate, pronunciandole esattamente con lo stesso tono di voce e lo stesso atteggiamento. Monitorando le onde celebrali è emerso che le parole che non avevano alcun significato non sortivano alcun tipo di effetto nei cani. Questo evidenzia la loro capacità di comprensione linguistica riuscendo addirittura a distinguere parole esistenti da quelle che non esistono.