E’ terminata ieri, 30 Giugno 2021, la prima fase del Cashback di stato prevista inizialmente con una seconda ma effettivamente conclusa. Scopriamo insieme tutti i dettagli riguardanti i pagamenti
Dopo un mese di prova sperimentale nel periodo natalizio del 2020 con l’Extra Cashback, il Cashback di stato con la data di ieri, 30 Giugno 2021 ha visto terminare la fase di accumulo del rimborso previsto per incentivare i pagamenti con carte di credito o prepagate ed app. Il pagamento dovrebbe essere erogato entro 60 giorni dalla fine del servizio da parte di Consap S.p.A direttamente sull’Iban fornito al momento dell’attivazione del Cashback. Tuttavia la seconda fase prevista dal 1° Luglio al 31 Dicembre 2021 è stata sospesa ieri come riporta il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Scopriamo meglio tutti i dettagli
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Il Cashback di Stato è un programma erogato già in forma straordinaria nel Dicembre 2020 per il periodo natalizio incentivando i pagamenti mediante app, carte di credito, di debito e prepagate. Il rimborso previsto è per un massimo di 150 euro e per un minimo di 50 transazioni effettuate entro il periodo della prima fase ovvero 1° Gennaio – 31 Giugno con un ulteriore bonus di 1500 euro per chi ha eseguito il maggior numero di operazioni digitali mediante classifica. Nonostante ciò, il governo Draghi ha temporaneamente sospeso il servizio che sarà in ripresa ad inizio 2022.
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Il motivo della sospensione è la grande disparità tra ricchi e poveri, in altre parole chi effettivamente può permettersi di pagare con carta di credito e chi invece non può permettersi operazioni digitali. Come riporta Palazzo Chigi ‘il cashback di stato ha carattere regressivo ed indirizza risorse verso tutte quelle categorie del Paese in condizioni migliori’. Se consideriamo ad esempio il Nord, il concetto del pagamento tramite carte di credito è ampliamente diffuso persino al bar, mentre nei paesi del Sud sono in molti a scegliere come metodo di pagamento quello classico legato ai contanti. Oltretutto si evince come il cashback abbia in qualche modo agevolato tutte quelle famiglie con fascia di reddito medio-alta ed una posizione lavorativa diversa rispetto al classico operaio, impiegato o disoccupato.
Al seguito è stata anche messa in discussione l’efficacia effettiva del cashback di Stato, difatti circa il 73% della popolazione spende con carte di credito più dei 150 euro previsti dal piano che andrebbero comunque a poter essere rimborsati e di conseguenza non modificherebbero in modo contingente le abitudini previste dal nucleo familiare. Considerando inoltre che da oggi si da il via ai licenziamenti, il governo ha chiarito espressamente come le risorse previse per il secondo semestre verranno destinate ai finanziamenti in materia di ammortizzatori sociali per tutti coloro che rimarranno di conseguenza senza lavoro.