Insonnia: potrebbe essere colpa del Covid, bisogna prestare attenzione a questo particolare

Se soffri di ansia, stress ed insonnia, potrebbe c’entrarci il Covid: alcuni studi rivelano un particolare che potrebbe essere campanello d’allarme richiedendo la nostra attenzione 

Il Coronavirus così come la pandemia che lo ha susseguito rendono il sonno degli italiani travagliato, difficile da gestire e con ritmi stressanti. Tra le varie restrizioni, i continui cambiamenti del colore delle varie zone regionali e l’indice Rt che oscilla di continuo, sempre più persone hanno riscontrato forti stati d’ansia, preoccupazione, stati di stress più o meno intensi ed un forte cruccio su tutte le sostanziali conseguenze che la pandemia stessa ha causato e continua a causare. Mancanza di lavoro, di relazioni interpersonali hanno generato una sostanziosa difficoltà nel condurre un sonno quanto più sano e genuino possibile ed in questo Fanpage.it ha fornito un’interessante motivazione grazie a Massimo Cozza, dottore e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 e coautore insieme a Maria Emilia Bonaccorso del volume “Positivi. Ritrovarsi dopo il disagio emotivo da pandemia“. In un’intervista piuttosto ricca di spiegazione il Dottor Cozza ha spiegato quanto e come il doversi adattare a nuove norme comportamentali così come lo stato attuale della vita che si va a condurre possano generare stati generali di preoccupazione e stress. Scopriamo meglio i dettagli

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Se soffri di insonnia potrebbe essere colpa del Covid, lo studio che rivela un’importante verità cui prestare attenzione

Un’intervista molto interessante quella condotta da Fanpage.it che ha chiesto al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2, il Dottor Massimo Cozza, quanto effettivamente il virus e la pandemia abbiano influito sulle nostre vite e soprattutto sul nostro sonno. In particolare il Direttore del Dipartimento si è soffermato sulla capacità da parte dell’uomo di adattarsi a nuove regole o norme comportamentali, con evidenze incisive di reazioni diverse in ognuno di noi, legate non solo ad un corredo biologico ma anche alla situazione attuale in cui si vive, familiare, sociale e psicologica.

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Il Dottor Massimo Cozza ci insegna a chiedere aiuto prestando attenzione a tutti quegli stati di ansia e preoccupazione che ledono alle nostre azioni di vita quotidiane
Foto di Engin Akyurt da Pixabay

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Alla domanda su quali siano le ripercussioni più comuni legate allo stress, il Dottor Cozza afferma di poter avere a che fare con diversi stadi, dal più normale in cui ci si preoccupa e si decide di seguire le norme igienico sanitarie che tutti conosciamo, sino ad una vera e propria negazione della problematica. In particolare la tensione psichica permette di attivare il cortisolo, in grado di farci rispondere in modo più attento, ma bisogna imparare a riconoscere alcuni campanellini d’allarme che potrebbero nel tempo diventare pericolosi. Se lo stato di ansia e preoccupazione perdura potremmo incontrare problematiche nella sudorazione, tachicardia, dispnea fino ad un vero e proprio abbassamento delle difese immunitarie.

Proprio gli stati d’ansia incontrollati, aggressività ed irascibilità vanno a compromettere la salute del nostro sonno generando insonnia e forti stati d’angoscia che inevitabilmente devono richiamare la nostra attenzione. Il Dottor Cozza spiega che è importante saper riconoscere questi segnali ed imparare a chiedere aiuto alla famiglia, a chi ci sta accanto, ad un amico oppure ad una delle strutture ASL che si occupano di salute mentale. Parlare con il proprio medico di famiglia che potrebbe indirizzare verso una terapia psicologica è sicuramente il primo passo per poter affrontare al meglio le difficoltà che si stanno vivendo. Fanpage.it poi ha chiesto come poter trasformare questi stati di paura ed ansia in qualcosa di positivo e ciò che ha affermato il Dottore rientra a pieno nell’ottica dell’inclusione sfruttando al momento tutto ciò che possiamo utilizzare nel creare una rete sociale. Chiamate, messaggi e soprattutto senso di responsabilità verso la salute degli altri e della nostra possono in qualche modo placare la paura trasformandola in un rispetto da coltivare quanto più possibile affinché si torni alla vita di sempre.

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