Sono molti gli effetti collaterali che possono subire i bambini costretti a casa a causa della pandemia. Scopri come riuscire a prevenirli e come aiutare i più piccoli a superare questi momenti di paura ed incertezza!
Irritabilità, ansia, insonnia sono solo alcuni degli effetti collaterali che possono sviluppare i bambini e gli adolescenti costretti a casa a causa della situazione pandemica che stiamo vivendo. A seguito di numerosi dati raccolti in questi mesi è stato notato come questa situazione di confinamento abbia causato nei più piccoli delle forti condizioni di stress che si sono ripercosse sulla loro salute fisica e psichica.
Viste le nuove restrizioni di questo ultimo periodo, molti genitori si stanno chiedendo come poter aiutare i propri figli a superare questa situazione. La risposta arriva dalle neuroscienze. La disciplina che studia le reazioni del cervello negli adolescenti e nei più piccoli a seguito delle condizioni a cui sono costretti: distanziamento sociale, privazione di contatti fisici e reazioni alle lezioni a distanza.
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La socialità nei bambini è una componente importante perché li aiuta a confrontarsi e a sviluppare le loro potenzialità. In questo periodo di distanziamento forzato e di annullamento delle interazioni sociali si assiste ad un peggioramento del senso di solitudine che si sviluppa e si manifesta durante la preadolescenza e durante tutto l’arco del periodo adolescenziale. Se per i bambini rapportarsi con l’altro significa manifestare empatia e migliorare la comunicazione tollerando le frustrazioni, negli adolescenti la capacità di confrontarsi e rapportarsi con gli altri rappresenta un forte bisogno di accettazione.
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L’adolescenza è infatti un periodo molto delicato perché lo sviluppo del cervello sociale è ancora in fase di crescita e dunque è normale che a seguito di queste mancanze e deprivazioni i giovani possano attuare o mettere in pratica dei comportamenti totalmente negativi. Gli atti di autolesionismo, ad esempio, ne sono la prova più concreta.
A questo proposito però è sempre bene non generalizzare e cercare di comprendere i disagi e bisogni dei propri figli. Determinati comportamenti laddove l’adolescente viva in un contesto sano e con delle relazioni positive, difficilmente si possono sviluppare.
Stesso discorso vale per la didattica a distanza. Tutti i genitori avranno visto come l’interazione davanti ad uno schermo piuttosto che il confronto in aula con insegnante e compagni siano totalmente diversi. Questo perché all’interno dell’aula scolastica si va a creare una “sintonia intuitiva” che facilita lo scambio di emozioni e rende istantanee le intenzioni dell’altro. Dunque si crea una situazione emozionale contagiosa che permette a bambini ed insegnante di produrre attenzione, stimoli e creatività. Con la DAD tutto questo non è possibile e dunque i bambini si troveranno a dover fare i conti con lezioni tutte uguali, noiose e totalmente demotivanti.
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Per arginare questi rischi è allora necessario trovare delle soluzioni che siano il più possibile efficaci.