Affrontare una gravidanza conciliando anche il lavoro è già di per sé un’impresa. Lo è ancora di più durante questo periodo. Scopri i comportamenti e le tutele consentite e viviti al meglio questo bellissimo periodo della tua vita!
Quello che stiamo vivendo è sicuramente un periodo difficile per tanti aspetti. Risulta però ancora più problematico per tutte quelle donne che stanno affrontando una gravidanza e devono conciliare maternità e lavoro. Molti possono essere i dubbi e le perplessità che che attanagliano le future mamme ed è per questo che è necessario fare chiarezza.
Per prima cosa è bene chiederci come si deve comportare la donna in gravidanza sul luogo di lavoro. Deve scegliere di lavorare in smart working o può scegliere di lavorare in assoluta normalità? E il datore di lavoro come deve comportarsi di fronte ad una gravidanza che avviene durante questo periodo “particolare”?
Gravidanza e Covid: cosa dice la legge? Scopri le tutele consentite
La legge disciplina la gravidanza da un punto di vista sia economico che normativo dunque le donne che sono in dolce attesa hanno diritto a dei permessi retribuiti previa informazione da parte del datore di lavoro. Le future mamme dovranno fare un certificato medico in cui si attesti la gravidanza e indicare successivamente i giorni di assenza in cui sono previste tutte le visite relative alla loro gestazione. E’ necessario poi che il datore di lavoro analizzi con attenzione il contesto lavorativo in cui la gestante deve operare. La donna in gravidanza infatti non può svolgere lavori manuali troppo pericolosi o pesanti. Non può nemmeno stare a contatto con sostanze nocive o compiere sforzi troppo faticosi. Laddove si verificassero queste condizioni, il datore di lavoro deve necessariamente escludere la donna in gravidanza da queste mansioni.
Particolare attenzione deve poi essere data alle gravidanze a rischio. In questo caso la donna deve avere la possibilità di assentarsi dal luogo di lavoro molto prima del dovuto tramite certificato medico. In tutti gli altri casi le donne lavoratrici che sono in attesa devono compilare l’apposita domanda di astensione dal lavoro prima dell’entrata nel settimo mese di gestazione o per lo meno prima dei due mesi precedenti al parto. Dunque la scelta di lavorare in azienda o in smart working deve essere accordata da gestante e datore di lavoro. Chiaramente in questo periodo particolare l’attenzione nei confronti delle future partorienti deve essere ancora maggiore ed è dunque consigliabile e preferibile, laddove fosse possibile, svolgere il lavoro direttamente da casa.
LEGGI ANCHE: Vaccino per il Covid19, è possibile farlo in gravidanza? Gli esperti dicono si
Maternità e bonus, le misure che aiutano le famiglie e le madri
La legge poi stabilisce anche le misure che tutelano gli eventuali assegni di natalità che sono erogati ogni mese fino al primo anno di età. Queste agevolazioni devono essere attribuite in base al proprio ISEE tramite apposita domanda presentata entro 90 giorni dalla nascita del bambino. A causa però dell’emergenza Covid questa somma di denaro è stata riversata nel cosiddetto bonus per l’iscrizione all’asilo nido. Dunque la legge stabilisce che è previsto un rimborso per il pagamento delle rette relative alla sospensione dei servizi educativi e che lo stesso bonus può essere cumulabile con il nuovo bonus baby-sitting COVID-19.
LEGGI ANCHE: Gravidanza e travaglio: 5 consigli degli esperti per affrontarlo serenamente
La legge dunque cerca di venire incontro alle famiglie e alle madri che stanno affrontando una gravidanza in questi mesi ma occorre ricordare che attualmente queste misure sono percepite da una ristretta percentuale di aventi diritto. Inoltre molte aziende si trovano costrette ad affrontare licenziamenti, casse integrazioni e difficoltà ingenti. Per quanto gli aiuti statali siano efficaci nell’aiuto delle famiglie indigenti, sarebbe necessario disciplinare misure adeguate al fine di garantire l’occupazione o il rinserimento lavorativo delle giovani madri.