Gestire i capricci dei bambini: il metodo Montessori per un risultato di successo

Gestire i capricci dei bambini non sempre risulta facile, ma seguendo il metodo Montessori riusciremo ad evitarli e saperli affrontare.

Ogni bambino o bambina, superata la fascia d’età dei 2/3 anni, inizia ad entrare in contatto con quello che sono le emozioni e gli stati emotivi. Felicità, gioia, tristezza, paura, preoccupazione e di conseguenza anche rabbia. Il linguaggio verbale di un bambino appartenente a questa fascia d’età è di per sé limitato, motivo per cui esprimere fisicamente il propri disagio o la propria disapprovazione per ciò che gli sia stato detto o imposto dai genitori, potrebbe includere lamenti, piagnistei e capricci. Maria Montessori, nel corso della sua vita ha studiato e messo in pratica un metodo educativo – comportamentale basato sull’ascolto, il dialogo ed il rispetto del bambino.

Secondo l’educatrice, il capriccio è una condizione che di per sé non esiste. Ogni lamento o imposizione da parte del piccolo nasce per un bisogno, una necessità specifica e negare a priori, rimproverare, essere violenti tenderebbe solo ad ottenere non solo più capricci, ma anche un bambino irrequieto, ingestibile e scostante. Vediamo insieme come gestire i capricci con il metodo Montessori, come un genitore dovrebbe comportarsi e come è possibile anticiparli per poi correggerli.

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Saper gestire i capricci dei propri figli: il metodo Montessori spiega come fare e come evitarli

Agli inizi del Novecento, i metodi educativi presenti nelle scuole erano principalmente due: elogiare il bambino bravo, deridere e lasciare indietro quelli un po’ più lenti e movimentati. Non vi era una via di mezzo. Maria Montessori dedicò la sua intera vita nello sviluppo e nell’analisi di un nuovo metodo educativo basato non solo sull’ascolto dei bisogni del bambino, ma anche dell’utilizzo dei sensi e dei movimenti del corpo, stimolando indipendenza e senso di responsabilità. Le emozioni ed i pensieri del piccolo vanno profondamente ascoltati affinché si possa ottenere completa collaborazione ed osservare i frutti in crescita.

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Non bisogna mai immobilizzare o essere violenti con i bambini

Come già detto, la Montessori affermava che il capriccio per come viene inteso dagli adulti come comportamento immotivato ed irrazionale, non esiste. I lamenti, i pianti e la rabbia che generano automaticamente il capriccio sono una risposta dettata dall’incapacità di comunicare in modo efficace il proprio disagio, poiché un bambino in età infantile non possiede le capacità comunicative necessarie volte a poterlo fare in modo chiaro e limpido. Tutto il metodo Montessori si basa sullo sviluppo di un ambiente circostante sano e pacifico, in modo che si possano evitare eventuali momenti critici. Nello specifico, la Dottoressa insegna che per gestire i capricci bisogna:

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  • Dare spazio al bambino in modo che possa attraversare la rabbia conoscendo a fondo questo tipo di emozione. Non bisogna assolutamente immobilizzarlo, piuttosto lasciargli il suo spazio, rimanendo comunque vicino a lui. Una volta che la frustrazione ed il sentimento di rabbia si placheranno, è molto probabile che abbiano bisogno di contatto fisico, ragion per cui è importante che possano trovarci. 
  • Evitare assolutamente qualsiasi tipo di atteggiamento violento come schiaffi, sculacciate, botte o comportamenti violenti verbali. Il bambino in quel momento non andrebbe assolutamente a capire le motivazioni del nostro gesto vedendo gli scatti di rabbia come qualcosa da non dover legittimare, ricorrendo lui stesso, presumibilmente, alla violenza. 
  • Non creare inutili discussioni con toni accesi, sgridate o urla. In quel momento il bambino sarà solo focalizzato sulla sua rabbia, su ciò che non ha ottenuto e non riuscirebbe a comprendervi. Come già detto, lasciate che i bambini si calmino e solo allora potrete spiegare loro le motivazioni.

Come evitare e prevenire i capricci

Affinché i bambini riescano a comprendere le motivazioni dei nostri “Si” o dei nostri “No”, è fondamentale evitare quelli secchi, immotivati o inspiegati. Cerchiamo di far capire loro il reale motivo per cui gli è stata negata quella particolare cosa. Piuttosto di dire un semplice no, proviamo a porli davanti ad una possibilità che possa mettere d’accordo sia noi, sia il bambino. Imporre delle regole ben precise vissute con un atteggiamento positivo farà sì che siano loro stessi a comprendere quando è giusto poter fare qualcosa e quando invece non sarà consentito, ma l’importante è far vivere il tutto al bambino come un limite positivo e non come una proibizione.

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E’ importante far legittimare al proprio bambino i sentimenti di rabbia che sta vivendo

Punire a prescindere non è mai la soluzione ideale. Piuttosto, premiamo laddove vi sia un atteggiamento positivo e di ascolto ed instauriamo sempre un dialogo forte, chiaro e diretto con il bambino. Evitare atteggiamenti come “Se non la smetti la mamma starà male e non ti vorrà più bene”, poiché porterebbe ad un effetto totalmente contrario. Il segreto è essere autorevoli, ma mai autoritari. Questo creerà un legame genitore-figlio sano, forte e costruttivo.

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