L’ansia infantile e i disturbi annessi sono un fenomeno piuttosto diffuso tra bambini ed adolescenza, ma come riconoscerla e cosa possono fare i genitori? Scopriamolo
Il disturbo d’ansia è un fenomeno che si manifesta in qualsiasi età di sviluppo, infantile, adolescenziale ed adulta. Generalmente i sintomi attribuiti sono forti sensazioni di paura, eccessiva preoccupazione e/o attacchi di panico. Così come negli adulti, anche nei bambini può presentarsi la problematica, legata presumibilmente ad un calo di prestazione, incapacità nelle relazioni sociali o scolastiche e ciò può far scaturire nel bambino senso di impotenza, frustrazione e forti disagi emotivi che non solo rendono difficile il suo star bene, ma influiscono anche nell’intera armonia familiare.
Non tutti i bambini soffrono di disturbi dell’ansia e sicuramente il temperamento caratteriale del piccolo potrebbe avere una forte incidenza, ma se non riconosciuta e trattata, col passare del tempo potrebbe recare al bambino ulteriori problematiche che andranno inevitabilmente a legarsi al suo sviluppo di crescita in età preadolescenziale ed adolescenziale. Saper capire e riuscire a notare alcuni atteggiamenti ansiosi nel proprio figlio potrebbe essere di grande aiuto nel guidarlo verso una corretta gestione delle emozioni e di ciò che prova all’interno di determinati contesti.
Nonostante il disturbo d’ansia possa manifestarsi in molteplici aspetti e modalità, quello da separazione sembra essere il più diffuso in età infantile ed al di sotto dei 3 anni è una conseguenza piuttosto normale. Eppure, un bambino che ha già superato i 6 anni e che dimostra notevoli paure e diffuse difficoltà a separarsi dai genitori o da uno dei due, potrebbe ticchettare un campanellino, sicuramente d’allarme. Cosa dovrebbe fare un genitore in questi casi? Quali comportamenti attuare? Scopriamolo insieme.
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Secondo il ricercatore de La Royal McQueire University, R. Rapee(2001), i fattori legati al disturbo d’ansia possono essere attribuiti alla genetica, al carattere del bambino e ai fattori ambientali, inclusi gli stili educativi dei genitori con le loro rispettive ansie personali. Secondo il professore, i fattori genetici influirebbero nel 39-64% mentre nel 3-21% per fattori di tipo ambientale. E’ però stato riscontrato ad esempio che in un bambino di 4 anni, ansia e insicurezza dipendono dalla genetica nel 54-64% ma influisce maggiormente nei casi sociali per l’ansia da separazione.
I sintomi legati ai disturbi d’ansia riguardano pensieri specifici all’interno della mente del bambino, in particolare la convinzione che possa accadere qualcosa di brutto, eccessiva preoccupazione verso un evento o un fatto, impossibilità di fare nuove amicizie, calo delle prestazioni scolastiche e profonda insicurezza personale. Può presentarsi per due poli opposti vedendo una sorta di perfezionismo assoluto in ciò che il bambino compie o fa oppure sviluppare forme di evitamento. Ma nello specifico, cosa prova un bambino che soffre d’ansia da separazione?
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Quando i genitori hanno a che fare con uno o più sintomi appena descritti, provano senso di frustrazione, impotenza ed incapacità a relazionarsi con il proprio piccolo. L’istinto primitivo dell’uomo è quello di proteggersi nei confronti di qualcosa che non si conosce, di creare una barriera protettiva e quindi una mamma od un papà potrebbero reagire con altrettanti stati d’ansia e forte preoccupazione oppure distaccarsi totalmente dalla problematica, ignorandola o non considerarla come conclamata effettiva. Ma nello specifico, cosa dovrebbe fare? Quali comportamenti dovrebbe attuare?