Santa Claus: vi proponiamo un’utile guida per capire quando è giusto raccontare la verità e quando assecondare la magia dello spirito delle feste
Tutti noi siamo stati bambini e non potremo mai dimenticare il giorno di Natale, quando ancora un po’ intontiti dalla sveglia di mamma e papà ci accorgevamo dei regali lasciati sotto l’albero e dei biscottini spariti accanto lasciati appositamente per rifocillare il vecchietto più famoso al mondo. Eppure ricordiamo un po’ meno il momento in cui siamo venuti a conoscenza che in realtà fosse tutta una finzione.
Chi è diventato genitore, potrà rivivere quelle emozioni negli occhi dei bambini che tutti festanti ringrazieranno Santa Claus per aver ricevuto in dono proprio quello che avevano chiesto nella letterina. Ma cosa fare quando quella magia si rompe? Quando i bambini iniziano a titubare della sua esistenza? Scopriamolo insieme
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Santa Claus: quando raccontare la verità e come gestire le emozioni dei nostri figli
Capiterà a tutti i genitori prima o poi di dover affrontare il discorso sull’esistenza di Babbo Natale e se non sappiamo come affrontare al meglio il discorso, potremmo trovarci spiazzati ed impreparati. Bisogna fare una piccola postilla sulla questione, dicendo che, scoprire che Santa Claus sia solo una leggenda, non ha mai creato traumi così gravi o insuperabili. Come lo abbiamo fatto noi, saranno anche i nostri figli a superarlo. Possiamo però analizzare alcuni punti che ci aiuteranno per il momento fatidico. Scopriamo insieme quali
- Non essere tu a decidere: fin quando possiamo, lasciamo che i nostri bambini si godano ancora le perle dolci che l’infanzia può dare. Credere a Babbo Natale non significa solamente sapere che esista un vecchietto che in una sola notte consegna milioni di regali a tutti i bambini del mondo, ma permette anche di creare nel cuore dei nostri figli quello spirito di amore, bontà, attesa, rispetto, carità che solo il Natale può far comprendere e assimilare. Se nostro figlio, pertanto, non chiede ancora nulla sua sua esistenza, assecondiamo ciò in cui crede e non rompiamo quella magia che durerà ancora per poco.
- Assecondare le sue domande: i bambini tra i 7 ed 9 anni iniziano a sviluppare il pensiero critico e ciò che fino a pochi anni prima non era neppure preso in considerazione, adesso inizia a porre quesiti e questioni importanti. Alcune domande quali “Come fa Babbo Natale a scendere dai camini?“, “Come fa Babbo Natale a consegnare tutti i regali in una notte sola?”, “Come fa a leggere tutte le letterine dei bambini?”, potrebbero esservi poste prima che ve lo immaginiate. I figli di oggi crescono nell’era digitale, hanno internet a disposizione e di conseguenza potrebbero già essere al corrente della non esistenza del vecchietto vestito di rosso. A queste domande, poniamo altre domande come “Tu cosa ne pensi?“, “Secondo te come potrebbe fare?”. Lasceremo a loro la responsabilità di venirne a capo e saremo presenti quando ci porranno la fatidica domanda de “Babbo Natale esiste davvero?”.
- Se siamo costretti, diciamo la verità: se dopo svariati tentativi di mantenere accesa la credenza di Santa Claus nostro figlio non rinuncerà a chiedervelo costantemente, dite la verità. Non è la figura del vecchietto in sé a creare la gioia dello spirito natalizio, ma quanto noi siamo capaci di infondere nei nostri figli amore, gentilezza ed altruismo. Spiegategli perché esiste la leggenda di Babbo Natale, chiedete loro di diventare il Santa Claus di qualcun altro spronandoli a qualche buona azione. Il Natale vive dentro ognuno di noi quando creiamo inconsciamente il rispetto dell’altro, l’aiuto verso il più debole, la gioia di amare chi è diverso da noi. Spiegando questo ai nostri figli, non perderanno fiducia nel valore della festa, ma sapranno che da ora in poi, saranno loro stessi il Babbo Natale dei loro gesti futuri.