Lazio, situazione preoccupante, triplicano i bambini nati morti: troppi controlli saltati causa lockdown, lo studio aperto da ‘La Sapienza’
Dopo il lockdown vissuto a marzo, e protratto fino a giugno quasi, pensavamo che ormai fosse tutto finito e che non ci fosse più bisogno di stare nuovamente reclusi in casa. Un momento di grande sconforto per la Nazione, che purtroppo non riesce più a controllare la situazione contagi, si è vista nuovamente necessaria la chiusura. Ma questo non è l’unico dato preoccupante. Oltre alle decine e decine di malati che chiedono assistenza, c’è un dato davvero preoccupante che sta facendo allarmare la Regione Lazio. La Regione ha infatti raccolto dati non solo preoccupanti, ma anche estremamente tristi sul numero di bambini nati deceduti nell’ultimo periodo. Un dato davvero raggelante che sembra preoccupare e non poco gli enti di competenza.
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“Abbiamo effettuato uno studio epidemiologico per determinare i principali dati perinatali della regione Lazio, dove vivono circa 5,8 milioni di persone e nascono circa il 10% di tutti i nati italiani“, spiega il dott. De Curtis. Lo studio è stato effettuato su: nati molto pretermine (<32 settimane di età gestazionale), moderatamente pretermine (32-36 settimane), a termine (37-41 settimane) e post termine (>41 settimane). Da qui si è potuto vedere che il numero dei nati morti è triplicato ed è stato un effetto collaterale delle restrizioni ferree dei mesi di marzo, aprile e maggio. Quindi non una causa diretta del Covid, ma decisamente correlata. Il rinvio o l’annullamento di visite importanti per le gestanti avrebbe infatti provocato questo alto tasso di mortalità gestazionale. Speriamo ovviamente che non si ripeta anche con questo nuovo lockdown. In ogni caso i dati precisi sono consultabili sul sito dell’Università che ha iniziato lo studio.